SAHARAWI, IL POPOLO CHE ASPETTA

Foto Giulio Di Meo
La storia del popolo Saharawi fa venire in mente Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, solo con la speranza di un finale differente. Ma intanto non accade nulla e per decenni non si fa che attendere, stancamente, guardando l’orizzonte.
Anche qui c’è un deserto, ed è talmente infuocato d’estate e gelido d’inverno da meritarsi il nome di hammada, “il giardino del diavolo”. Sta nel sudovest dell’Algeria, dove circa 150mila saharawi vivono da rifugiati dal 1975, quando l’esercito marocchino occupò il loro Paese, il Sahara Occidentale, che era sotto il dominio spagnolo e resta a tutt’oggi l’ultima colonia d’Africa. 

Il 29 aprile il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rinnovato il mandato della missione Minurso per il Sahara Occidentale: nel 1991, terminata la guerra tra Marocco e Saharawi, avrebbe dovuto organizzare le elezioni per l’indipendenza del Sahara Occidentale. Sono trascorsi 24 anni senza alcun passo avanti.


È un esilio dimenticato, quello dei saharawi. Un “deserto intorno”, come recita il titolo di un progetto del fotografo Giulio Di Meo che documenta la vita nei campi di rifugiati, tra desolazione e sorrisi che resistono. Con un crowdfunding al sito di Produzioni dal basso e il sostegno di Arci Nazionale, “Il deserto intorno” diventerà un libro, con vari testi fra cui le testimonianze della splendida Elghalia Djimi, responsabile di un’associazione saharawi di vittime di sparizioni forzate (Asvdh), e di Abdeslam Omar Lahcen, presidente di Afapredesa, associazione di familiari dei desaparecidos nelle prigioni segrete marocchine.



Intanto nel campo profughi di Dakhla (il più remoto ma anche il più suggestivo, attorniato da dune e oasi), si è appena svolto il festival di cinema FiSahara che ogni anno, dal 2004, raduna nel “giardino del diavolo” centinaia di spettatori da tutto il mondo, accogliendoli nelle case e nelle tende dei profughi a condividere la loro quotidianità. Tra proiezioni di film sotto le stelle, workshop per i ragazzi, corse di cammelli, concerti e lunghi riti del tè. Quest’anno, ospite d’onore era l’attore Viggo Mortensen.
Sulla pagina Facebook del festival si possono rivivere gli eventi principali. E assaggiare un pezzetto di questo assurdo eppure affascinante “deserto dei Tartari” africano.

da Io donna, 6 maggio 2015

Commenti

Post più popolari