SORPRESE D'AFRICA


Prima di essere terra di fame, guerre e dittatori, è continente di stereotipi. Una piccola rassegna delle novità africane che non ti aspetti. Esempi che qualcosa, laggiù, si sta muovendo nella direzione giusta

«Sappiamo come muoiono gli africani, mai come vivono» osserva lo scrittore Henning Mankell, inventore del commissario Wallander ed emigrante al contrario dalla Svezia al Mozambico. E il kenyano Binyavanga Wainaina compone per il britannico Granta Magazine un esilarante compendio di pervicaci cliché, suggerendo a chi abbia in mente un best-seller sull’Africa: «Evitate soggetti tabù come l’amore tra africani (a meno che non ci sia un morto), i bambini scolarizzati che non siano affetti dal virus Ebola, le ragazzine che non abbiano subito mutilazioni genitali».
È vero: l’Africa è terra di guerre, fame, Aids.
Dei presidenti-dittatori più longevi del pianeta (Gheddafi a parte, vincono Dos Santos in Angola e Nguema in Guinea Equatoriale, da 30 anni al potere). Dei contraccolpi della crisi globale che qui si preannuncia falciante (la crescita economica nel 2009 sarà solo dello 0,9 per cento). Eppure nel continente ribollono guizzi creativi e ingegnosità geniali che vale la pena tenere d’occhio. Abbiamo scelto queste cinque immagini, fotogrammi di un’altra Africa. Quella che freme per cambiare. E per calpestare tutti i cliché.

1 Sanità deluxe
Il governo ugandese invita gli occidentali residenti a Kampala a provare i suoi medici con laurea europea e inglese fluente, i by-pass d’alta qualità e basso prezzo (7mila dollari contro i 150mila degli Usa), gli all-inclusive di fecondazione in vitro più gita alle cascate. Il Boutique Hospital a Dar es Salaam, Tanzania, offre anche il parto in acqua. La Vip Healthcare, Zimbabwe, si intuisce dal nome. E la società African Medical, che ha avuto l’idea della sanità a cinque stelle per turisti e ricchi locali, sta per aprire cliniche deluxe in Mozambico, Zambia e persino nell’impervia provincia congolese del Katanga. Dove di turisti non se ne vedono ma di avventurieri (danarosi) eccome.


2 Energia pulita
Il suo libro Il ragazzo che imbrigliò il vento è appena uscito in America dove lui ora gira per conferenze. Niente male per un ventenne di campagna nel nord Malawi (l’area più povera di un Paese già povero), William Kamkwamba, che ha inventato un generatore elettrico a energia eolica armeggiando con i pochi rottami a disposizione: tubi di pvc, bicicletta (rotta), pali di legno. E un sito web, ovvio (williamkamkwamba.typepad.com), per raccontare al mondo la sua curiosa macchina. Da allora William è il volto dell’ingegnosità africana. Chiamato a sedersi in cattedra alla prestigiosa Ted Conference, ammesso all’African Leadership Academy di Johannesburg, benefattore del suo villaggio grazie ai fondi raccolti on line, il ragazzo giura: «Finiti gli studi tornerò in Malawi per produrre distributori di energia pulita low-cost e sistemi per l’acqua potabile a vantaggio dei poveri contadini del mio Paese». C’è da credergli?

3 Tribù on line

Vogliono fare baccano come suonatori di tamburi tribali. Ecco perché l’evento di Nairobi dal 29 ottobre al 1° novembre si chiama Kelele (rumore, in kiswahili), il primo raduno dei blogger del continente. Riuniti dal cyber-attivista Daudi Were (il suo blog è mentalacrobatics.com), sono giovani che gestiscono siti e social network. Impegnati politicamente o aspiranti scrittori, puntano a mettere in rete un’Africa nuova che faccia tendenza e opinione. Si chiamano Ndesanjo Macha (jikomboe.com), Mshairi (mshairi.com), e tutti quelli che trovate al sito kelele.org. Compresi gli sciamani informatici come Wilfred Mutua da Nairobi: ha inventato un software per i-phone senza aver mai maneggiato un i-phone ed è finito sul New York Times. O Mugambi Kimathi, padre di piattaforma per pc open source che aggira le costose licenze Microsoft.

4 Hallo made in Zambia
Gli africani dotati di cellulare (il 37 per cento) superano quelli che godono dell’elettricità in casa (il 30). Per il 2012 ci sarà un raddoppio e così, a Lusaka, Zambia, l’azienda MMobile coglie l’attimo sfornando il primo telefonino totalmente made in Africa. Si chiama MM300, è dotato di radio, Gsm e schermo a colori, e costa l’equivalente di 18 euro. Caruccio, rispetto ai cellulari stranieri che si trovano anche per 7 euro, ma pur sempre emblema di una marcia in più: lo stabilimento da 7 milioni di euro che lo produce darà presto lavoro a 250 operai.


5 Arte in foresta
Avrà la forma di un galeone rovesciato, in materiali eco-sostenibili e color verde-nero per confondersi nel bush più spettacolare dell’Africa centrale (nella foto). Si chiamerà Fondazione Rwenzori, come le tre cime (le “montagne della Luna”) al confine tra Uganda e Congo, e sarà la prima fonderia africana per scolpire il bronzo. La sfida è di una società britannica guidata dal creativo kenyano Richard Nightingale, intimo di celebrità come l’artista Damien Hirst, che ha donato al progetto una scultura da 514 mila dollari. Traguardi? Formare scultori che siano il top dell’arte africana. Dare lavoro ai locali. Attirare artisti dal globo nell’annessa galleria. Con impareggiabile vista sulla Rift Valley.

Io donna, 10 ottobre 2009

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